Tutto sulla fideiussione assicurativa per invito stranieri

Chi intende risiedere nel nostro Paese, a meno che non si tratti di rifugiati provenienti da teatri di guerra o da altre situazioni critiche, deve dimostrare il godimento di mezzi finanziari in grado di garantirne un adeguato sostentamento nel corso del periodo previsto. A richiederlo sono le leggi in vigore in Italia, cui devono rispondere tutti coloro che intendono ottenere un visto, legato al turismo o allo studio. La domanda che ci si deve porre, in questo frangente, è quindi la seguente: come è possibile dimostrare il possesso di questo indispensabile requisito? Proviamo a dare una risposta esauriente al quesito.

Fideiussione assicurativa o bancaria per invito stranieri: di cosa si tratta?

Il cittadino straniero che intenda trascorrere un periodo prolungato di residenza lungo i confini nazionali, o quello italiano che lo ospita, è obbligato a presentare una fideiussione assicurativa per invito stranieri. A rilasciare la stessa può essere un istituto bancario, oppure un’azienda assicurativa specializzata nel rilascio di tale documento mediante il suo ramo cauzioni.

Il motivo di questa richiesta è in fondo molto semplice: avere la certezza che gli interessati siano in grado di sostenersi autonomamente da un punto di vista finanziario, lungo tutto l’arco della visita in oggetto.

Ad apporre la sua firma sul regolare contratto stipulato con la controparte prescelta, non deve essere obbligatoriamente l’interessato, ma può farlo in sua vece anche il cittadino italiano che abbia inoltrato l’invito. Nel primo caso l’ente che la rilascia si troverà ad interagire con un solo soggetto, che riunirà nella sua persona le figure di contraente e beneficiario. Nel secondo contraente e beneficiario saranno invece due persone distinte.

Grazie a questa operazione, si elimina un passaggio che potrebbe richiedere tempo per il suo espletamento, la dimostrazione presso l’Ambasciata italiana o il Consolato competente del godimento di risorse sufficienti per il tempo trascorso in Italia. Ad attestarne l’esistenza sarà proprio la fideiussione per invito stranieri.

Tra la fideiussione emessa da un ente assicurativo e quella proposta da un’azienda bancaria non esistono vere e proprie differenze. Avere la seconda è però solitamente molto più facile, in quanto il richiedente è obbligato a versare presso la banca il controvalore della fideiussione. Se si ritiene che per il soggiorno previsto saranno necessari 5mila euro, proprio questa sarà la somma versata in banca a garanzia dell’operazione. L’istituto creditizio, a sua volta, avrà il compito di bloccare al suo interno i soldi, su un conto intestato al contraente, emettendo appunto la fideiussione richiesta. Nel caso lo Stato italiano non abbia provveduto nel frattempo a richiederne il pagamento entro la scadenza di un arco temporale pari al doppio della durata di vita del documento, l’importo in questione potrà essere sbloccato, in maniera tale da tornare a disposizione di colui che ha siglato il contratto.

A fronte di questa procedura, che può apparire in effetti farraginosa, la fideiussione assicurativa per invito stranieri si prospetta molto più semplice. In questo caso, infatti, non è previsto alcun genere di deposito a garanzia della capacità di sostentamento autonomo da parte del richiedente.

Paradossalmente, però, proprio l’assenza di questo passaggio rende il procedimento necessario per l’ottenimento della fideiussione più lungo. Trattandosi a tutti gli effetti di un piccolo fido a vantaggio del contraente, l’ente assicurativo interpellato deve dare luogo ad una vera e propria istruttoria. Il senso di questa indagine preliminare è in fondo intuibile: occorre avere la certezza che chi richiede la fideiussione vanti una situazione finanziaria tale da non prospettare problemi. In questo caso, quindi, l’esito finale non è scontato e la domanda può infine essere rigettata dall’ente interpellato.

Proprio il fatto che si renda necessaria tale istruttoria, con la lavorazione delle pratiche ad essa collegate, comporta anche un costo maggiore dell’operazione. Si tratta in pratica di un onere preteso dall’assicurazione per accollarsi il rischio ad essa collegato.
Inoltre, proprio alla luce del fatto che siamo in presenza di una formula di finanziamento erogata dall’ente interessato, sotto forma di garanzia e in assenza di denaro contante, il contraente è tenuto a presentare:

  • un documento di identità in fase di validità;
  • il proprio codice fiscale;
  • le ultime due buste paga ottenute nel corso dell’attività lavorativa oppure il Modello UNICO;
  • una copia relativa al passaporto del soggetto destinato a beneficiare della fideiussione;
  • una lettera d’invito allo stesso debitamente compilata in ognuna delle sue parti.

Una volta prodotta questa documentazione di base, l’assicurazione interpellata ha però facoltà di chiedere la produzione di ulteriori riscontri in grado di provare l’assenza di rischi elevati nella richiesta inoltrata.

È possibile entrare in Italia su invito senza una fideiussione assicurativa?

Abbiamo quindi visto cosa sia una fideiussione collegata all’invito di stranieri per periodi di turismo o studio e la differenza tra una fideiussione assicurativa e una bancaria.

A questo punto, però, ci si dovrebbe porre una ulteriore domanda, per cercare di capire meglio le problematiche connesse al tema: ci sono possibilità di entrare nel nostro Paese da parte di stranieri intenzionati a trascorrervi un determinato arco temporale, senza la presenza di questo documento?

La risposta è sicuramente affermativa: gli interessati, infatti, possono comunque cercare di dimostrare il possesso di adeguati mezzi finanziari ai quali attingere per poter rendere agevole la propria vacanza o periodo di studio in Italia. Ove siano in grado di farlo, infatti, possono rivolgersi all’Ambiasciata o al Consolato provvisti di travelers cheques. Al tempo stesso è però abbastanza chiaro come proprio il dotarsi di una fideiussione assicurativa per invito stranieri rappresenti la strada più agevole da imboccare. Averne una disponibile rende sicuramente più facile l’ottenimento del necessario visto per i periodo di studio, lavoro o semplice turismo (visto turistico).

Per quanto concerne la definizione dell’importo da porre a base della propria richiesta è oggetto della Direttiva emanata dal Ministero dell’Interno il 1° marzo del 2000. Proprio al suo interno, nella Tabella A, è infatti indicato l’importo minimo su base giornaliera per la fideiussione in questione.

Naturalmente, dal momento in cui è stata approvata, questa tabella è oggetto di continue revisioni, destinate a tenere conto di una serie di fattori variabili. In pratica, la variazione annua viene calcolata dall’ISTAT, che per procedere al relativo calcolo tiene conto dell’indice sintetico dei prezzi al consumo riferiti a bevande e prodotti alimentari, ai vari servizi di alloggio e alle tariffe in uso nei trasporti.

Occorre anche ricordare che, indipendentemente dall’entità delle risorse finanziarie di cui gli interessati sono in grado di disporre, il periodo massimo di permanenza nel nostro Paese prevede precise scadenze, ovvero:

  • 12 mesi per quanto riguarda i visti di studio e lavoro;
  • 90 giorni in caso di permanenza collegata a scopi turistici.

Conclusioni

L’Italia è oggetto di un continuo flusso in entrata riguardante persone che vogliono passare un periodo di tempo nel Belpaese, per scopi turistici, lavorativi o di studio. Per poter entrare, però, gli interessati devono riuscire a produrre le prove relative alla possibilità di mantenersi in maniera autonoma nel periodo in questione.

Per poterlo fare e soddisfare una precisa richiesta dello Stato italiano, gli interessati hanno a disposizione due alternative: una fideiussione per invito stranieri, che può essere concessa da una banca o da un ente assicurativo. Se nel caso della banca tale documento può essere ottenuto con una certa facilità, per le assicurazioni la procedura è più complessa, resa tale dalla necessità di una fase istruttoria.

In alternativa, è anche possibile rivolgersi presso l’ambasciata o il consolato, ponendo a garanzia della propria richiesta dei traverles cheques. La strada della fideiussione è comunque più facile da praticare.

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