Spese e fiscalità di uno studio professionale associato

Lavorare in uno studio associato: opportunità e cose da sapere

Un giovane professionista alla continua ricerca di opportunità e collaborazioni con colleghi esperti e affidabili troverà nella costituzione di uno studio associato (come, per esempio, Studio Pioli che unisce diversi professionisti del settore finanziario e giuridico) la sua opportunità di un primo passo verso il raggiungimento della stabilità economica. Lo studio associato si può costituire con scrittura privata (tramite autenticazione di un notaio) o un atto pubblico, con un documento che riporti nome, cognome e titoli professionali di tutti i soci. Il documento va poi trasmesso a tutti gli ordini professionali competenti.

Nello studio associato, ogni socio risponde delle sue responsabilità professionali verso i clienti con cui ha iniziato un rapporto lavorativo, il quale viene sempre regolato da una lettera di incarico. Tuttavia, il compenso di ogni prestazione è effettuato dall’associazione e fiscalmente ha bisogno dell’apertura della partita IVA nell’Agenzia delle Entrate.

Lo Studio Associato in termini fiscali

Il reddito che produce l’associazione viene visto come reddito da lavoro autonomo, con regolamentazione data dall’articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 917/86. I compensi sono percepiti dall’associazione, con quote di partecipazione agli utili divisi in base agli incarichi di tutti gli associati – a meno che non ci siano indicazioni diverse nell’atto costitutivo).

Tutti gli studi associati hanno l’obbligo di presentare la loro dichiarazione dei redditi, anche se non sono soggetti a delle imposte dirette. I soci sono al contrario soggetti alla tassazione IRPEF in base al reddito che producono dentro l’associazione, mentre lo Studio associato deve pagare l’IRAP e gli studi di settore. Tutti i soci devono iscriversi alla Cassa di Previdenza del loro ordine professionale.

Quali sono le spese di uno studio associato

Come per qualsiasi cosa, ci sono delle spese iniziali da sostenere per avviare l’attività e costituire lo studio associato. A partire proprio dalle spese costitutive, per pagare la creazione di quella che è comunque una ditta, con una sua partita IVA e uno statuto, ed ecco perché bisogna rivolgersi a un notaio che va ovviamente pagato. Ci sono poi le spese annuali che servono per la consulenza di un commercialista, e gli obblighi per la sicurezza sul luogo di un lavoro.

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Ma essere parte di uno studio associato permette soprattutto una riduzione delle spese, grazie alla possibilità di:

  • Affittare un ufficio più grande in condivisione con professionisti associati, visto che il costo viene frazionato.
  • Ridurre i costi di uno o più veicoli intestati allo studio.
  • Assumere dipendenti e collaboratori.
  • Condividere attività pubblicitarie sia online che offline, come per esempio la realizzazione di un sito web, di volantini, eccetera.
  • Ripartire i costi di beni e servizi per la vita dello studio (stampanti, macchine per caffè, cucinino).

Tra gli altri vantaggi dello studio associato c’è anche la possibilità di avere diverse professionalità e competenze a disposizione, soprattutto quando si parla di studi associati fra professionisti diversi. Lo studio può migliorare sempre di più grazie a dei servizi aggiuntivi che si possono comprare e condividere (la segreteria), e dare dei servizi completi aumentando così il suo business grazie a un sempre maggiore afflusso di clienti.

Lavorare in coworking

Gli spazi di coworking sono la nuova frontiera del lavoro, ed è di fatto ciò su cui si basa lo studio associato visto che altro non significa che condividere spazi e servizi lavorativi, pur mantenendo la propria indipendenza professionale. Lo spazio di coworking è pensato allo svolgimento di eventi e meeting, che incoraggia incontri, sinergie, partnership tra diversi professionisti e lavori.

Inoltre, il coworking è già “pronto all’uso”: è infatti un ufficio già arredato e completo di tutte le attrezzature, nonché di internet, acqua, gas ed elettricità.

 

 

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