Indice dei prezzi al consumo CPI

L’indice dei prezzi al consumo, non è altro che un valore ottenuto prendendo in considerazione la media dei prezzi di un segmento preciso di beni e servizi.
Il segmento, tiene conto, per risultare valido e di relativa consistenza statistica, di quelle che sono le abitudini del consumatore medio, per ciò che riguarda acquisti e utilizzi dei servizi.

Nella sua connotazione inglese, tale valore, prende il nome di CPI (Consumer Price Index). In Italia  per gli indici dei prezzi al consumo, possiamo considerare la modalità adottata dall’Istat, affidandoci a tre diversi indici di prezzi al consumo.
In particolare, ecco qui i 3 CPI italiani:

  • L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale o più semplicemente NIC, calcolato considerando l ‘insieme dei bene e servizi acquistati dalle famiglie su tutto il territorio nazionale, tenendo in considerazione l’intero sistema economico nazionale.
  • L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, o più semplicemente FOI, che tiene conto, a differenza dell’indice NIC, dei beni e dei servizi acquistati dalle famiglie che di lavoratori dipendenti.
    Tale indice viene solitamente considerato come riferimento per le misure di adeguamento di canoni di affitto o degli assegni di mantenimento del coniuge, in caso di separazione.
  • L’Indice dei prezzi al consumo armonizzato, per i paesi membri dell’Unione Europea, denominato IPCA. Tale indice, viene preso in considerazione per misurare un valore uniforme d’inflazione a livello europeo. L’IPCA ha ben salde nella misurazione del proprio valore di quelle che sono le differenze tra i vari paesi comunitari, in fase di rilevamento di consumo di beni e servizi per singole famiglie. L’IPCA, a differenza del NIC e del FOI, che prendono in esame il prezzo di vendita di beni e servizi utilizzati famiglia per famiglia, considera invece il prezzo realmente pagato dalle relative famiglie dei vari paesi europei, in modo da avere un valore ancor più fedele, che prenda in considerazione anche determinate variazioni di natura politico, sociale economica, che un singolo stato può applicare sul proprio territorio.

E’ chiaro che, la misurazione di determinati valori, e la presa in considerazione di questi ultimi nella valutazione generale dell’utilizzo dei beni e consumi di un singolo paese, ha come fine ultimo la misurazione di elementi di natura economico finanziaria in grado di stabilire la reale condizione di una economia nazionale.
Quantificare il consumo effettivo di beni e servizi e considerare il reale peso di taluni valori sulle singole famiglie e sulle economie di queste ultime possono permettere di differenziarle per natura del reddito dei suoi componenti.

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Tali valori, hanno come fine unico la misurazione del livello di inflazione di un singolo paese. Tale valore, combinato con altri valori dalla più specifica natura, sono in grado infatti, cosi come anticipato in precedenza di presentare le reali condizioni di salute di un paese. Le proprie condizioni economico finanziarie, e la solidità, eventuale, che tali condizioni determinano.

Ogni stato, pertanto, ha il suo Consumer Price Index (CPI) realizzato dai propri enti nazionali, che utilizza per gli scopi necessari al paese. L’indice dei prezzi al consumo comprende, senza dubbio, dei dati fondamentali per molte operazioni nazionali.

 

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