I contributi a fondo perduto

I contributi a fondo perduto sono uno strumento davvero vantaggioso per tutte quelle piccole medie imprese che hanno bisogno di denaro per finanziare la propria attività e non vogliono richiedere mutui o prestiti a istituti di credito. Nei prossimi paragrafi cerchiamo di capire cosa sono, come richiederli e quali tipologie di contributi a fondo perduto ci sono.

Cosa sono i contributi a fondo perduto

Si tratta di aiuti economici che vengono assegnati a determinati soggetti da parte di svariati enti, come ad esempio enti regionali, europei, locali, statali. Gli enti, attraverso questi aiuti vogliono contribuire a sostenere l’attività di produzione di quei soggetti a cui vengono assegnati. Come suggerisce il termine stesso, si tratta di contributi che l’ente in questione eroga senza richiederne la restituzione.

I contributi a fondo perduto per le partite iva

Per questo specifico tipo di contributo a fondo perduto, la domanda deve essere inoltrata all’Agenzia delle entrate in modo telematico attraverso un modello ad hoc che si può compilare direttamente dal sito stesso. Una volta eseguito l’accesso al sito, il richiedente dovrà compilare tutti i riquadri inserendo il codice fiscale e indicando la modalità di fruizione del contributo. La domanda può essere inoltrata anche da una persona che ha ereditato l’attività; in questo caso bisognerà indicare la variazione barrando la casella che indica “erede che prosegue l’attività del de cuius”.

Ogni richiedente, nel momento in cui inoltra la domanda, dovrà indicare a quanto ammontano i ricavi relativi al secondo periodo d’imposta antecedente a quello corrente. Se in capo ad un soggetto vi sono più attività, potrà comunque inoltrare la domanda tenendo presente che la somma di cui beneficerà terrà conto dei ricavi totali.

La somma minima ottenibile è pari a 1000 euro per le persone fisiche e di 2000 euro per le persone giuridiche.

Tipologie di contributi a fondo perduto

Esistono cinque tipologie di contributi a fondo perduto, dove ognuno di essi differisce sia dal punto di vista contabile che fiscale. Essi sono:

  1. Contributi in conto capitale: si tratta di finanziamenti indirizzati a tutte quelle aziende che necessitano di aiuti per coprire i costi di gestione e per rafforzare il proprio capitale;
  2. Contributi in conto impianti: attraverso questi aiuti le aziende avranno la possibilità di acquistare beni tangibili che nel tempo offriranno benefici all’attività (c.d immobilizzazioni materiali);
  3. Contributi in conto esercizio: si tratta di aiuti volti ad aiutare imprese o aziende che devono affrontare determinate spese, che possono essere ordinarie oppure straordinarie e relative ad un determinato progetto;
  4. Contributi in conto interessi: grazie a questi aiuti, il richiedente che necessita di una somma di denaro potrà richiederla presso istituti di credito che hanno stipulato una convenzione con l’ente erogatore del contributo. In questo caso verranno notevolmente ridotti i tassi di interesse, ciononostante il richiedente dovrà affrontare il rating bancario e lo stesso iter burocratico di coloro che non richiedono contributi a fondo perduto;
  5. Contributi in conto canone: essi vengono erogati nelle medesime modalità dei contributi in conto interesse con la differenza che questa tipologia di contributi rientra nell’ambito di una locazione finanziaria.

Contributi a fondo perduto, ecco alcuni esempi

Vediamo ora alcuni esempi di contributi a fondo perduto che possono essere richiesti da imprese che operano in Italia:

  • “Nuove imprese a tasso zero”. Si tratta di incentivi destinati a giovani fino ai 35 anni e donne che vogliono fare impresa. Questi contributi coprono fino al 90% della somma totale che viene investita per la creazione di piccole e medie imprese. Lo scopo di questo strumento è di aiutare imprenditori emergenti che, grazie ai propri progetti, contribuiscono a far crescere il PIL del nostro paese. Possono beneficiare del contributo tutte quelle imprese che hanno meno di un anno di vita e che operano nel campo dell’artigianato, industriale, turismo, commerciale oppure che forniscono servizi sia alle imprese che alle persone.
  • “Resto al Sud”. Si tratta di contributi a fondo perduto destinato a persone residenti in una regione del Mezzogiorno (Calabria, Sicilia, Puglia, Sardegna, Molise, Basilicata, Abruzzo) e che abbiano un’età compresa tra 18 e 45 anni. Per poter beneficiare del finanziamento è necessario non solo risiedere in una delle regioni sopracitate al momento della domanda, ma è obbligatorio rimanerci fino a quando verrà erogato il finanziamento. Inoltre, colui che richiede il contributo non deve né risultare dipendente presso un’altra azienda né deve possederne già una.
  • “Smart Money”. Possono accedere a questo contributo a fondo perduto tutte quelle PMI e Start Up che presentano progetti innovativi realizzabili mediante l’impiego di competenze in ambito tecnologico e manageriale. Per poter ottenere questo contributo è necessario che i progetti presentanti vengano realizzati entro dodici mesi e che i servizi ad essi connessi siano funzionali ai fini dello sviluppo degli stessi.

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