Come aprire una società di servizi

Secondo l’Istat, le imprese attive in Italia nel settore servizi sono 4,3 milioni e occupano 16,1 milioni di persone, di cui 11,2 milioni dipendenti. L’era digitale ha fatto da spinta propulsiva per il settore e il risultato è che alcune aziende, in particolare nel settore dei servizi tecnologici, hanno addirittura triplicato il proprio fatturato, nel giro di pochissimi anni.

I settori economici in cui le società di servizi italiane operano sono diversi e vanno dal Turismo ai Trasporti, dalle Telecomunicazioni alla Digitalizzazione. Un’ottima opportunità di business per chi decide di aprire un’attività in proprio ma anche una grande comodità per i clienti che riescono a disbrigare diverse faccende in un unico posto o, comunque, a risparmiare tempo. Si aggiunga che aprire una società di servizi ha anche un carattere di “convenienza”, perché il numero e la tipologia di prestazioni offerte possono crescere senza limiti.

Esempi di società di servizi

Prima di procedere alla disamina delle tipologie, è opportuno fare una premessa. Cosa sono, innanzitutto, le società di servizi? Se una o più persone mettono a disposizione mezzi e danaro per fornire servizi di varia natura, si parla di società di servizi o agenzia multiservizi. Tali aziende forniscono prestazioni a clienti privati, imprese o professionisti.

Le prestazioni offerte possono essere di varia natura: si va dai servizi postali a quelli finanziari, dai servizi turistici ai trasporti, dai servizi alla persona a quelli agli anziani, fino ai servizi di manutenzione o consulenza. I centri estetici rientrano, per esempio, tra le società di servizi alla persona, le agenzie di marketing tra le agenzie di servizi a professionisti, la consegna di farmaci tra le società di servizi agli anziani. E così via…

Come aprire una società di servizi

Se l’obiettivo è aprire una società di servizi, il primo passo da compiere è quello di commissionare un’indagine di mercato che aiuti a comprendere se la propria idea di business sia già stata messa in atto da altri, qual è il trend economico di aziende simili a quella che si intende costituire e se il pubblico a cui si rivolgono i servizi che si vogliono proporre abbia capienza sufficiente a generare un utile, in un arco di tempo stabilito. Studiare, insomma, il Mercato di riferimento della tipologia di business che si vuole avviare costituisce, insomma, un passo ineludibile.

  1. Il business plan. È la fase di pianificazione dello sviluppo della propria impresa. Nel caso della società di servizi, il business plan contiene il riepilogo dell’idea di base (core business) ma anche di strategie e obiettivi finanziari. Si individuano, dunque, le voci di entrata e di uscita e si stabilisce quali sono gli obiettivi da raggiungere, anno per anno.
  2. La forma societaria. In genere, la formula classica delle società di servizi è la Srl, che consente ai soci di non rispondere personalmente (ovvero con i propri beni personali) a rischi e debiti dell’attività. Le Srl hanno diverse varianti: possono essere “ordinarie” (capitale minimo di 1 euro), start-up innovative (hanno un capitale massimo di 9.999 euro), “semplificate” (i soci possono essere solo persone fisiche che partecipano con denaro). Più di rado, le società di servizi hanno forma di S.s., s.n.c., s.p.a., s.a.s. o cooperative.
  3. La costituzione. Una volta decisa la formula societaria, il passo successivo è definire l’atto costitutivo, che contiene l’elenco dei soci e le regole di funzionamento dell’impresa. La costituzione si formalizza, in genere, presso uno studio notarile. In questa sede viene anche specificato l’oggetto sociale, ovvero l’elenco dei servizi che si intendono erogare. Tale lista di solito è ampia ma non troppo generica, per non limitare fasi future di ampliamento aziendale.
  4. La Partita Iva.È in genere lo studio notarile che inoltra all’Agenzia delle Entrate la richiesta di apertura di Partita Iva, specificando il codice Ateco, che identifica il tipo di attività svolta. Parallelamente, la nuova società viene iscritta nel Registro delle Imprese.
  5. Altri adempimenti. Una volta ottenuta la Partita Iva e l’iscrizione al Registro delle Imprese, potrebbero essere, infine, necessari alcuni adempimenti aggiuntivi. Se la società intende assumere personale, ad esempio, si renderà necessario l’iscrizione a Inps o Inail, per ottenere un’assicurazione sugli infortuni. Se i servizi sono di carattere commerciale, bisognerà invece presentare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività).

Aprire una società di servizi: conclusioni

Aprire una società di servizi è una buona opportunità di business e non comporta iter particolarmente complicati. È utile, in fase preliminare, studiare l’andamento del Mercato prima di procedere a definire un business plan, nel quale vengono fissati gli obiettivi economici da conseguire, anno per anno. Completato questo documento, si procede alla scelta della formula societaria. Il resto della procedura è, in genere, affidata ad uno studio notarile. In presenza del professionista, infatti, si stila l’atto costitutivo della società, che viene completato dallo statuto. Nell’atto costitutivo è definito anche l’oggetto sociale, ovvero l’elenco delle attività che si andranno a svolgere. Sempre il notaio procederà, poi, a chiedere la Partita Iva all’Agenzia delle Entrate e, dopo averla ottenuta, a iscrivere la nuova società nel Registro delle Imprese. Gli ulteriori adempimenti (iscrizione a enti di previdenza o comunicazione di inizio attività) potranno essere, invece, completati da un commercialista.

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